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lunedì 26 maggio 2008

NUCLEARE: PISTELLA, IN ITALIA E' IRRINUNCIABILE

Il ritorno dell'energia nucleare in Italia e' "irrinunciabile". Lo sostiene il fisico nucleare Fabio Pistella, per 16 anni direttore generale dell'Enea e per 4 anni presidente del Cnr, attualmente presidente del Cnipa (Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione).

L'importanza del rilancio dell'atomo in Italia, spiega Pistella all'Agi, e' evidente da piu' punti di vista: "Da un punto di vista politico perche' in generale siamo l'unico paese del G8 che non utilizza l'energia nucleare. Se lo vediamo da un punto di vista di contenimento delle emissioni di Co2 nell'atmosfera, non vedo perche' dovremmo rinunciare a un approccio cosi' positivo. Inoltre, dal punto di vista della vulnerabilita' strategica, preferisco avere uranio stoccato che aspettare che qualche tubo corra il rischio di essere intercettato da qualcuno che ha in mano i rubinetti".

"Francamente - aggiunge il fisico - non riesco a capire qual e' la controindicazione". Anche sui tempi ipotizzati dal ministro Scajola per la realizzazione delle centrali, Pistella concorda con le previsioni del Governo: "Il ministro immagina che nell'arco di cinque anni si fara' tutto quello che serve per la tematica autorizzativa e questa mi sembra una stima ragionevole. Poi si pone la domanda del tempo di costruzione: la mia stima e' che 5-6 anni sono una cosa sensata. Da quel momento cominceremo ad avere i benefici dell'energia elettrica prodotta". Sul fronte dei problemi da affrontare in relazione al nucleare - sicurezza, scorie, proliferazione - Pistella risponde che "i problemi non sono nazionali ne' territoriali. Sono problemi che sono stati affrontati e risolti a livello di sistema paese. Sembra che siamo i primi e gli unici ad affrontare questi problemi, e invece non e' cosi'. La parola chiave di tutto questo e' Europa".

Fonte AGI


2 commenti:

Manthix ha detto...

In realtà non è proprio corretto che tra 5-6 anni inizieremo ad avere i primi benefici della centrali nucleari. E' vero, nella più ottimistica delle ipotesi, che tra 10 anni inizieremo a produrre energia nucleare, ma se vogliamo dei benefici allora dovremo aspettare dai 40 ai 50 anni.
Comunque in Italia abbiamo una potenzialità enorme che non sfruttiamo: la ricerca. I nostri scienziati sono tra i migliori al mondo ma purtroppo non gli si danno le risorse per lavorare e soprattutto per mettere in pratica le loro scoperte/invenzioni. Se solo si desse più importanza al loro ruolo si potrebbe avere un nucleare tecnologicamente più avanzato di quello che si vuole installare o addirittura si potrebbe trovare un'alternativa seria, evitando la necessità di ricorrere al nucleare.

Paolazzzi ha detto...

Come ogni cosa fatta all'italiana, tra 10-12 anni (salvo ritardi) avremo probabilmente nuove centrali con una tecnologia superata. Poi non mi convince il discorso di Pistella sullo smaltimento delle scoree... quali sarebbero le soluzioni europee? Io ero rimasto al punto in cui dicevano che non esiste un sito geologicamente stabile e abbastanza isolato dal mondo per tenerle al sicuro per migliaia di anni... finchè non esisterà mi sembra più giusto evitare di produrle. Ma Pistella lavora all'Enea... e l'Enea non è del tutto disinteressata (direi per niente). Concordo con Manthix sulla ricerca e aggiungo che dovremmo rischiare di più sul rinnovabile e studiare nuove soluzioni o migliorare le esistenti per renderle poi esportabili e rilanciare anche l'economia. E' di questi giorni la notizia che l'eolico ha superato il nucleare in quanto a produzione
http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/eolico-america/eolico-america.html.
La soluzione potrebbe essere l'utilizzo combinato di impianti centralizzati e decentrati dove più servono e l'istallazione di pannelli solari o pale eoliche (obbligatoria) su ogni nuova costruzione, ma per far questo bisognerebbe cambiare la mentalità di politici e italiani. Inoltre bisognerebbe ridurre i consumi diminuendo la produzione e riutilizzando di più.