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mercoledì 28 maggio 2008

G8, vertice Kobe: Obbiettivo riduzione gas serra del 50% entro il 2050

Dimezzare le emissioni di gas responsabili dell'effetto serra entro il 2050: questa la forte raccomandazione emersa dalla riunione dei ministri dell'Ambiente del G8.

Nell'annuncio finale del summit di Kobe c'è poco spazio, a causa delle marcate divergenze emerse, per l'obiettivo di medio termine del 2020 su cui l'Unione europea (e la Germania in particolare) ha puntato in modo rilevante.
Il vertice giapponese si chiude quindi con una generica dichiarazione di intenti sulla necessità di dimezzare le emissioni inquinanti entro il 2050. Mentre si chiede alle «nazioni sviluppate» il compito e la responsabilità di prendere l'iniziativa sul taglio delle emissioni.

«Il principale risultato è sul cambiamento climatico: abbiamo espresso con forza di voler giungere a un accordo in Toyako, nel G8 dei capi di Stato di luglio, per dimezzare le emissioni entro il 2050», ha detto in conferenza stampa il ministro giapponese, Ichiro Kamoshita. «Le nazioni avanzate - ha sottolineato - dovranno dar prova di leadership per centrare l'obiettivo». Il riferimento, in questo caso, è al picco delle emissioni atteso entro i prossimi 10 o 20 anni che richiederà il lavoro con i Paesi in via di sviluppo ed emergenti per contenere il rilascio di gas nocivi.

I ministri, però, non hanno fatto menzione dei rapporti scientifici secondo cui i paesi ricchi devono effettuare riduzioni del 25-40 per cento entro il 2020 per evitare ilriscaldamento del pianeta di due gradi. Unione Europea, Onu e associazioni ambientaliste avevano invece puntato su una indicazione da parte del G8. «Siamo convinti - dice il ministro Stefania Prestigiacomo commentando le tre iniziative sottoscritte a Kobe - che la collaborazione internazionale, le 3R (raccolta, riciclaggio, riutilizzo, ndr) e la biodiversità sono aspetti fondamentali di cui terremo conto nel prosieguo dei lavori. Così come delle relazioni con i Paesi in via di sviluppo con i quali organizzeremo un lavoro il più inclusivo possibile per centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti».

Per l'Italia il prossimo sarà un anno importante, in quanto reggendo la presidenza del G8, dovrà gestire le trattative per il protocollo post Kyoto. Il prossimo summit ambientale del G8, anticipa Prestigiacomo, si terrà «in primavera nel Sud Italia e spero di poterlo organizzare in Sicilia, la mia regione».


L'Ue punta al taglio del 20% delle emissioni entro il 2020, offrendo l'aumento al 30% in caso di accordo generale.


Gli Stati Uniti non hanno vincoli di medio termine chiedendo che Paesi emergenti, come la Cina, forniscano precise indicazioni. IlGiappone non ha ancora obiettivi al 2020. Il numero due della delegazione Usa (unico tra i grandi Paesi a non aver aderito a Kyoto), Scott Fulton, osserva da parte sua che quello di Kobe «è stato un meeting di discussioni, non di decisioni. Ci si è confrontati, anche con prese di posizione dure, ma si sono fatti passi in avanti». Fulton, come del resto Kamoshita, ritiene sia prematuro fissare target intermedi che dovranno essere definiti in vista della negoziazione più ampia del protocollo post Kyoto, che sarà discusso a Copenhagen a dicembre 2009.«Ridurre del 50% le emissioni di CO2 entro il 2050 è un obiettivo sufficientemente ambizioso, ma troppo lontano nel tempo per essere credibile» così Ermete Realacci, ministro dell'Ambiente del governo ombra del Pd, commenta l'annuncio finale del summit di Kobe in Giappone.


«L'Europa - esorta - deve tenere salda la sua posizione e perseguire nella politica di mantenere obiettivi a più breve scadenza. Su questa partita il Vecchio Continente ha la chance di svolgere un ruolo politico di primo piano dello scenario mondiale, come capofila di politiche virtuose per combattere i mutamenti climatici». Per quanto riguarda il nostro paese, il gap che abbiamo rispetto agli obiettivi fissati dal Procollo di Kyoto, fa notare Realacci, «è ancora troppo alto, ma invertire la tendenza è ancora possibile. Su questo punto - rimarca - si gioca la credibilità del Governo Berlusconi e del Ministro Prestigiacomo».


Fonte ilmessaggiero.it

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