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giovedì 20 novembre 2008

SOLARE A CONCENTRAZIONE, PARTE IL PROGETTO RUBBIA

Con la firma del contratto nella sede romana di Medio Credito Centrale parte il progetto del premio Nobel per sviluppare le tecnologie del solare termico a concentrazioni


Il laboratorio vedrà la luce nella zona industriale di Macchiareddu, con l’obiettivo di dimostrare la possibilità di realizzare la produzione di energia elettrica dal solare termico a concentrazione. Ora è stato firmato il contratto del progetto finanziato dal Miur, nell’ambito del Bando per i Laboratori Pubblico-Privati che lega il Crs4, l’Università di Cagliari, Sardegna Ricerche e le aziende Sapio e Rtm, con uno finanziamento di 9,7 milioni per la ricerca industriale (cofinanziato dai partner per il 50%) e 1,7 milioni per la formazione (finanziata dal Miur).
Anche la Regione ha considerato strategico questo tipo di investimento ed ha appoggiato concretamente l’iniziativa. “Estate Lab”, questo è il suo nome, viene coordinata dal Crs4 e affiancata, come partner, dal Dipartimento di Ingegneria meccanica dell’Università di Cagliari (per la strumentazione e raccolta dati), Sardegna Ricerche (per la realizzazione del dimostratore) e due imprese: Rtm (per lo sviluppo degli specchi) e Sapio (per la gestione dei fluidi termovettori).
L’impianto dovrà dimostrare la praticabilità della via efficiente, pulita e competitiva di produzione di elettricità dalla concentrazione della radiazione solare, per poi passare alla produzione di calore ad alta temperatura (550°). Il dimostratore sarà realizzato con specchi parabolici lineari (200 metri) capaci di produrre una potenza massima totale di quasi 0,8 MW termici. In questo modo gli specchi riscaldano l’elio nell’impianto, a pressioni tra 10 e 20 atmosfere. Il calore che ne risulta, è convogliato alla turbina per la produzione di energia elettrica. Inoltre questo calore verrà conservato in un sistema capace di stoccare circa 7,2 MWh termici e potrà generare elettricità quando il sole non c‘è. Ulterori attività saranno quella di analisi del comportamento dei gas, utilizzati come fluidi che trasferiscono il calore, poi lo sviluppo di nuovi tubi raccoglitori e di un meccanismo di conservazione del calore grazie ad elementi ceramici a basso costo.

Fonte: rinnovabili.it

mercoledì 19 novembre 2008

APRE "SOLAR LAB", IL LABORATORIO PER LA RICERCA E L'INNOVAZIONE NEL FOTOVOLTAICO

Inaugurato ad Urbisaglia, in provincia di Macerata, il laboratorio di ricerca per l'innovazione nel fotovoltaico, SolarLab. L'obiettivo è dimezzare i costi e raddoppiare la resa dei pannelli fotovoltaici.

L'Italia si pone all'avanguardia nel settore. L'iniziativa è promossa da Renergies Italia - società del Gruppo AFIN in collaborazione con il dipartimento di Fisica dell'Università di Camerino. Si è svolto sabato 15 novembre presso lo stabilimento produttivo di Renergies Italia il taglio del nastro che inaugura SolarLab. Il laboratorio di ricerca realizzato in collaborazione con l'Università di Camerino si avvale delle competenze e dell'esperienza di un gruppo di ricercatori prestigiosi, tra cui: Roberto Murri, docente di fisica generale presso l’Università di Camerino e direttore SolarLab; Nicola Pinto, docente del dipartimento di Fisica dell'Università di Camerino e direttore del master in energie rinnovabili; Lorenzo Morresi e Marco Ficcadenti, ricercatori.Le attività di ricerca riguardano la crescita e la caratterizzazione delle proprietà elettriche e ottiche di materiali semiconduttori, sia in forma di volume, sia di strati sottili. I punti principali della ricerca per SolarLab sono tre.Il primo riguarda la misura e la caratterizzazione delle proprietà elettriche e ottiche del silicio di grado solare.L'obiettivo è produrre materiale per substrati a basso costo destinati alla costruzione di celle solari a film sottile.La seconda linea di ricerca è attualmente la più innovativa all'interno del laboratorio. SolarLab punta a costruire in un arco di tempo di tre anni prototipi di celle a film sottile: il fotovoltaico di terza generazione. Con questo termine si intendono dispositivi ad alta efficienza di conversione, il doppio di quelli oggi disponibili. Inoltre i costi di produzione saranno ridotti del 40-50%. Efficienza e riduzione dei costi sono i due fattori determinanti per la diffusione dell'energia fotovoltaica nell'ambito domestico e industriale.

La ricerca mira a portare una svolta nel comporto delle energie rinnovabili.Dice Roberto Murri, direttore di SolarLab: "Il progetto che intendiamo sviluppare combina innovazioni sia in termini di struttura di cella fotovoltaica, sia di processo tecnologico", - e continua: "Il prototipo di terza generazione sarà immediatamente trasferibile a una linea di produzione industriale e ciò permetterà di ottenere vantaggi concreti sul mercato del fotovoltaico. Dal punto di vista tecnico, il prototipo sarà basato sull'utilizzo di film sottili di silicio, o sue leghe, e nanoparticelle o "Quantum Dots" (QD) di silicio cristallino”. Alcuni campioni di film contenenti QD sono stati già realizzati presso il dipartimento di Fisica dell'Università di Camerino. SolarLab avvierà inoltre studi e sperimentazioni con l'obiettivo di utilizzare materiale a basso impatto ambientale e ottimizzando l'impiego delle risorse rispetto alla produzione tradizionale del dispositivo. La terza linea di ricerca riguarda il miglioramento della struttura e del processo produttivo delle celle a wafer di silicio, per l'incremento della loro efficienza.

Fabrizio Longa, amministratore delegato del Gruppo Afin Spa, società che controlla Renergies, dice: "SolarLab sintetizza il nostro modo di intendere le attività di Ricerca e Sviluppo. Fare ricerca oggi significa contribuire allo sviluppo industriale della filiera delle rinnovabili, significa contribuire in modo concreto all’evoluzione di una nuova politica dell'energia, quanto mai necessaria per il rilancio del relativo comparto industriale italiano. L'investimento in ricerca e sviluppo che il nostro gruppo sta sostenendo oggi dovrebbe portarci a realizzare soluzioni competitive in termini di innovazione dei materiali utilizzati e di rendere sostenibili anche i costi di produzione”.Stefano Leoperdi, presidente di Renergies Italia afferma: "Il progetto SolarLab è un bell'esempio, unico in questo settore nel nostro Paese, di interscambio e spostamento di ricercatori e attrezzature dalle sedi istituzionali dell'università all'interno dell'azienda. Il nostro obiettivo è duplice, accrescere la competitività di Renergies sul mercato e favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Oggi fare fotovoltaico significa guardare al futuro ed essere preparati alle tecnologie ed ai materiali di terza generazione. Per noi SolarLab è un modo attuale di fare impresa e costituisce un’opportunità per lo sviluppo e la diffusione dell'energia fotovoltaica".
SolarLab è candidato a inserirsi in un’iniziativa dal respiro più ampio: quella del Parco Scientifico di Tortona che raggruppa le eccellenze nell’ambito della ricerca, sviluppando importanti sinergie con il mondo imprenditoriale. Ricerca, formazione e innovazione in un’ottica di mercato sono i principi su cui si basa l’attuale produzione di Renergies Italia, ma anche i valori dai quali l’azienda guarda al futuro.

Fonte: www.italianinnovatio.it

martedì 18 novembre 2008

Austria: centrale nucleare trasformata in impianto solare

Mentre in Italia si parla con una certa insistenza del ritorno all’energia nucleare c’è chi, non molto lontano da casa nostra, con questo tipo di energia proprio non vuole averci più nulla a che fare e decide di cancellarne addirittura le tracce. Tutto questo succede in Austria, dove la centrale nucleare di Zwentendorf, non molto distante da Vienna, sta per essere convertita in impianto di generazione elettrica da fonte solare.

La centrale in questione venne ultimata nel 1978, ad un costo di circa 380 milioni di euro, e sarebbe dovuta essere la prima di sei centrali nucleari del Paese. Nel 1999, il governo austriaco ha rinunciato (scrivendolo nella costituzione) definitivamente al nucleare, abbandonando quindi l’idea di attivare la centrale di Zwentendorf. All’impianto è comunque rimasta la licenza per la produzione di energia, la quale è stata acquistata nel 2005 da EVN, il cui progetto, come detto, sarà quello di convertirlo in impianto solare.

Fonte: ecoblog.it

Coldiretti: decolla in Italia l'elettricità da biomassa

Il nuovo disegno di legge sull’incentivazione degli impianti alimentati a agroenergie illustrato oggi a Bologna in un’incontro organizzato dalla Coldiretti

La produzione elettrica da biomassa, come nuova frontiera della moderna agricoltura, è entrata a pieno titolo nell’EIMA 2008, l’Esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura, in corso in questi giorni a Bologna. Lo stesso ministro Zaia intervenuto all’inaugurazione del Salone aveva indicato le agroenergie, siano esse colture energetiche, residui di potature o letame proveniente dagli allevamenti, come parte cruciale della “terza rivoluzione industriale”. “E’ l’agricoltura che produce energia, – aveva commentato – un aspetto, questo, che rivoluziona il nostro modo di pensare e contribuisce a dare alle imprese agricole un ruolo di primo piano nelle strategie di sviluppo del nostro futuro”. E un passo avanti in tal senso si è registrato disegno di legge, già discusso in Consiglio dei Ministri, che mette a punto un sistema incentivante per l’energia elettrica prodotta da impianti alimentati a biomassa, con l’obiettivo di assicurare l’avvio dei necessari finanziamenti al settore agroenergetico. Ad illustrare il contenuto del nuovo testo è stata oggi la Coldiretti nel corso di un incontro interno all’EIMA: “Il disegno di legge – spiega la Coldiretti – introduce una tariffa omnicomprensiva di 0,28 euro/kW in ‘Conto Energia’ per l’energia prodotta da impianti di potenza inferiore ad 1 MW alimentate a biomasse e biogas”. Il testo proposto si inserisce anche nell’annosa questione della cumulabilità degli incentivi stabilendo che “per impianti di proprietà di aziende agricole, agroalimentari, di allevamento e forestali, alimentati a biomasse e biogas l’accesso alla tariffa sia cumulabile con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale e locale o comunitaria in conto capitale o in conto interessi con capitalizzazione anticipata non eccedenti il 40% del costo di investimento”. Un’opportunità importante dunque, soprattutto alla luce di recenti studi, riportati oggi dal presidente dell’Organizzazione Sergio Marini, secondo cui attraverso l’utilizzazione delle fonti rinnovabili dell’agricoltura si può arrivare a coprire oltre il 13%del fabbisogno energetico nazionale, risparmiando all’ambiente 12 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente l’anno. “Il testo necessità però – ha concluso Marini – di adeguati miglioramenti per valorizzare l’energia prodotto da biomasse locali, la cosiddetta filiera corta, ed evitare che i vantaggi ambientali acquisiti siano vanificati con l’importazione di biomasse che hanno dovuto subire lunghi trasporti con mezzi inquinanti”.

Fonte: rinnovabili.it