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sabato 31 maggio 2008

CASA ECOLOGICA CON BIOARCHITETTURA E RISTRUTTURAZIONE SOSTENIBILE

Casa, dolce eco-casa.



Volete una casa secondo natura? Dalla scelta dei materiali all’ isolamento acustico, dagli arredi ai particolari che contano si può aiutare l’ ambiente (e la salute personale) con la bio-architettura e la ristrutturazione sostenibile in un’ epoca in cui la sostenibilità è diventata parte del vivere sano. Le regole per una corretta ristrutturazione eco-sostenibile sono poche, ma buone: scegliere materiali e finiture il più possibile naturali, tanto per cominciare. Risparmiare energia, proteggersi dal rumore, ridurre i consumi idrici. Difendersi dall’ inquinamento elettromagnetico, garantire un corretto e continuo ricambio d’ aria, sfruttare il più possibile la luce naturale e distribuire al meglio quella artificiale. E, dulcis in fondo, scegliere arredi ergonomici e tessuti naturali.


LA SCELTA DEI MATERIALI ECOLOGICI
I materiali ecologici sono in genere composti per almeno l’85% da risorse vergini rinnovabili, risultando così traspiranti e permeabili alle radiazioni naturali. Se lo spessore è significativo, soprattutto nel caso di intonaci in argilla cruda o di rivestimenti in legno massiccio, possono assorbire alcuni micro-inquinanti presenti negli ambienti interni, depurandoli parzialmente. In tema di intonaci è consigliabile usare prodotti a base di calce naturale sia in esterni sia in interni, mentre in ambienti confinati si possono utilizzare anche intonaci in terra cruda, in grado di regolare il clima interno, oltre che assorbire e abbattere i rumori. Inoltre, non richiedono tinteggiatura per le loro splendide tonalità naturali e possono essere resi impermeabili grazie a particolari trattamenti a base di cere ed oli naturali. La stessa argilla può essere applicata anche per rivestire il pavimento, che acquisisce un aspetto accogliente per i colori e le tonalità molto calde, è facilmente mantenibile ed indicato anche a situazioni di intenso calpestio. Per la pavimentazione viene preferito anche il legno, purché rifinito con prodotti naturali (a base di olio di lino, estratti di erbe, resine naturali) e con posa a secco, che consente di evitare l’ impiego di collanti nocivi. Anche il parquet è uno splendido materiale per pavimentazione: meglio un prodotto di legno massello, molto più durevole, di provenienza italiana o europea certificata per una gestione forestale controllata (marchio FSC), purché per la finitura superficiale vengano impiegati prodotti naturali (olio cere), che ne esaltano le proprietà funzionali ed estetiche.
Rimanendo in tema pavimenti, anche per cotto, maioliche, grès e grès porcellanato, in fase di posa, si dovrebbero usare collanti a ridotta emissione di inquinanti o meglio ancora a base di calce e resine naturali. Non vanno dimenticati quelli in gomma naturale ed in linoleum, che pochi conoscono come materiali bio-ecologici, ricettivi alla posa a secco (evitando collanti nocivi) ed esteticamente di grande resa.

RISPARMIO ENERGETICO
La misura più efficace per ridurre il fabbisogno termico di un edificio è realizzare un buon isolamento: consente di risparmiare dal 20% al 30% dell’ energia e di recuperare l’ investimento iniziale in breve tempo. 1 kWh risparmiato mediante l’ isolamento termico vale più di 1 kWh prodotto dalla più efficiente caldaia, in quanto i materiali termoisolanti durano molto di più rispetto ad un impianto tecnico. La scelta dell’ isolamento va progettata da tecnici esperti in materia, soprattutto in caso di recupero. S’impone anche in questo caso l’utilizzo di prodotti naturali traspiranti (per esempio lana di legno, fibra di legno mineralizzata, sughero, lana o canapa), che regolano in maniera naturale le condizioni di umidità interna e impediscono l’ ingresso di freddo e la fuoriuscita di calore. Al risparmio energetico contribuiscono anche gli “elementi trasparenti”: vetri e finestre. Oggi, anche alla luce delle nuove normative sul risparmio energetico, si assiste ad una continua evoluzione delle tradizionali fonti di dispersione termica (i serramenti) in componenti isolanti che consentono di sfruttare in maniera passiva l’ energia solare, se orientati nella maniera corretta secondo la situazione climatica. Consigliabile il doppio vetro, dotato all’interno di una pellicola isolante bassoemissiva il cui effetto isolante, nei modelli più evoluti, viene potenziato dall’inserimento di gas nobili come Argon e Kripton. In una posizione ideale e con impianto autonomo si possono disporre dei pannelli solari termici che servono a preriscaldare l’ acqua in ingresso alle caldaie. Se l’impianto è centralizzato il condominio dovrebbe installare un contabilizzatore di calore.In tema di generatori di calore sono consigliabili le caldaie a condensazione a basso consumo e con riduzione al minimo delle emissioni inquinanti, mentre per la distribuzione del calore è bene preferire gli impianti ad irraggiamento a quelli a convezione, sia per riscaldare sia per raffrescare un ambiente confinato, soprattutto a parete.Ulteriori vantaggi: una minore circolazione delle polveri nell’aria legata e quindi una migliore qualità dell’aria interna, oltre che una riduzione dell’umidità delle strutture. Con gli impianti a pannelli radianti è anche possibile, aggiungendo soltanto un deumidificatore, raffrescare gli ambienti con lo stesso impianto con cui si provvede al riscaldamento, semplicemente facendo passare nella maglia capillare acqua fredda anziché calda.

ISOLAMENTO ACUSTICO
L’ inquinamento acustico è dannoso per la salute, può provocare a lungo termine emicrania, insonnia, tensione nervosa, mancanza di concentrazione e rendere la casa un luogo inadatto al riposo. Per l’isolamento acustico si può intervenire su pareti, pavimenti e soffitti con feltri di iuta o canapa e tappetini di gomma (vanno fissati interponendo uno strato d’aria in modo da aumentare l’efficacia dell’intervento). Questo tipo di interventi spesso è inutile in caso di strutture in cemento armato. Anche l’uso di doppi o tripli vetri permette di ridurre i rumori provenienti dall’esterno. Ma dovrebbero essere supportati da un impianto di ventilazione controllata per poter avere all’interno dell’abitazione un’aria di buona qualità senza aprire le finestre. Chi ha un ampio giardino può realizzare una barriera verde per isolarsi dai rumori della strada.

RISPARMIO IDRICO
L’ acqua va sempre più scarseggiando. Se ne impone un consumo consapevole. Evitando di mantenere i rubinetti aperti anche in fase di insaponatura, dotandosi di elettrodomestici a risparmio (secondo le norme europee), curando la manutenzione degli impianti idrici, applicando decalcificatori o sistemi magnetici a lavatrici, lavastoviglie e caldaie, dotando i rubinetti di miscelatori termostatici per mantenere costante la temperatura dell’acqua sanitaria del circuito di distribuzione. Ma anche applicando ai rubinetti e ai soffioni delle docce sistemi molto più economici, come gli acceleratori di flusso o i frangigetto, che consentono un risparmio idrico fino al 50%. E utilizzando cassette WC a doppio scarico e consumo ridotto. Tutto va previsto già in fase di progettazione dell’impianto idrosanitario.

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Tv, radiosveglia, computer, forni a microonde elettrodomestici e apparecchi elettrici generano campi elettromagnetici che a, lungo andare, possono causare pericolose patologie, soprattutto disturbi al sistema nervoso, immunitario e riproduttivo, nonchè forme tumorali.Peraltro, spegnendoli, non si elimina del tutto la tensione elettrica da essi derivante. I campi elettromagnetici generati dagli apparecchi elettrici, molti dei quali ad assorbimento costante, si sommano ai campi ad alta frequenza creati da agenti esterni (ponti radio e tv, satelliti e radar militari), ma anche da comodi apparecchi domestici sempre più diffusi e apparentemente innocui. Per difendersi da questi effetti nocivi è consigliabile non mettere tv, radiosveglia e computer in camera da letto e non appoggiare il letto contro pareti attraversate da cavi elettrici o dietro le quali vi siano tv, frigoriferi, lavatrici. L’impianto elettrico può essere concepito in modo da ridurre l’inquinamento elettromagnetico negli ambienti interni.

CORRETTA VENTILAZIONE
Una corretta ventilazione serve per mantenere corretti livelli di ossigeno e una buona qualità dell’aria negli spazi interni, in termini di purezza, temperatura e umidità. La scarsa ventilazione provoca la comparsa di muffe e di condensa sulle murature, soprattutto nei locali di servizio. Un vero e proprio inquinamento biologico, con elevata concentrazione di microinquinanti che spesso rendono gli ambienti domestici più pericolosi dell’ ambiente esterno, a causa del sempre maggiore impiego di sostanze chimiche in edilizia, nella realizzazione di arredi, nelle operazioni di pulizia degli ambienti stessi.Si aggiunge il fatto che gli edifici, con le nuove normative sulla coibentazione, sono dotati di aperture sempre più ermetiche per contenere le perdite di calore attraverso gli spifferi, contribuendo alla mal’aria interna. Le finestre a vasistas consentono di mantenere una minima apertura dall’alto, ottenendo un continuo ricambio d’aria, ma provocando nel contempo dispersione del calore prodotto con elevato dispendio di energia. In linea con le nuove normative di risparmio energetico, è possibile installare impianti di ventilazione, che prelevano aria dall’esterno, la purificano attraverso appositi filtri e la veicolano all’interno, espellendo aria viziata dall’abitazione. Alcuni modelli possono recuperare il calore di quest’ultima in modo da preriscaldare quella in ingresso per contribuire al risparmio energetico.

LUCE NATURALE
Distribuire al meglio la luce artificiale scegliendo tinte chiare e finiture traslucide (stucco o marmorino) per rivestimenti, tendaggi e arredi, soprattutto se si tratta di locali di dimensioni contenute, è il primo passo. In caso di abitazioni all’ ultimo piano o mansarde si possono inserire in copertura particolari condotti riflettenti che catturano la luce dal tetto diffondendola in modo diffuso all’interno delle stanze.Per disporre in modo ottimale i punti di luce artificiale è importante valutarne attentamente la collocazione in base alla destinazione d’uso degli ambienti per ottenere un’illuminazione equilibrata. E naturalmente scegliere modelli che funzionano con lampade a risparmio energetico.

Fonte mondobenessereblog.com

Ibm: le celle solari costeranno meno, grazie al metallo liquido

Rivoluzione annunciata per gli impianti fotovoltaici: i ricercatori di Big Blue hanno scoperto un sistema per concentrare, con meno componenti, fino a 230 Watt di energia in una cella di un centimetro quadrato.

I parchi solari del futuro produrranno elettricità a costi molto inferiori rispetto a quelli attuali.
La promessa di impianti fotovoltaici capaci di sfruttare meglio l’energia del sole quale fonte rinnovabile è arrivata da Ibm, che ha messo a punto un nuovo sistema capace di catturare fino a 230 watt di energia. Per i profani della materia, vedi chi vi scrive, si sappia che è il valore più alto mai raggiunto in uno spazio grande quanto una cella solare di un centimetro quadrato.
L’energia in questione viene poi convertita in 70 watt di energia elettrica, una quantità circa cinque volte superiore a quella erogata dalle comuni celle dei pannelli solari tradizionali basati su concentratori fotovoltaici. Il risultato è quindi il seguente: maggiore energia disponibile a costi inferiori. Che è un po’ quello che stanno dicendo, a vario titolo e in diversi campi, tutti i produttori hi-tech.

Ibm è consapevole del fatto che portare il progetto di cui sopra dal laboratorio alla fabbrica e quindi sul mercato e ai consumatori non è una cosa così scontata ma se questo progetto dovesse concretizzarsi è convinta che le spese necessarie per alimentare un parco solare a pannelli fotovoltaici. E questo semplicemente perché la concentrazione di una maggiore quantità di luce su ciascuna cella (con lenti più grandi) diminuirebbe sensibilmente il numero di componenti di cui necessita l’impianto. L’esempio che spiega meglio la rivoluzione solare è il seguente: passando da un sistema a 200 “sun” (un “sun” è un’unità di misura dell’energia catturata a mezzogiorno in una limpida giornata estiva), dove si concentrano sulla cella circa 20 watt di potenza, a uno da 2000 sun, dove i Watt salgono a 200, la tecnologia adottata dai ricercatori di Big Blue riduce il numero di celle fotovoltaiche e degli altri componenti di un fattore pari a 10. Per farlo è però necessario supportare il calore che si sprigiona sulla cella, sufficiente a fondere l’acciaio inossidabile.


Ed è qui il segreto della scoperta Ibm: mutuando le tecniche di raffreddamento dei microprocessori per computer, la cella solare viene raffreddata tramite uno speciale strato a metallo liquido (un composto di gallio e indio), che abbassa la temperatura da oltre 1600 a soli 85 gradi Celsius.

E per quanto sia difficile capire quanto questo risparmio si manifesti in concreto, crediamo che per l’ambiente e la salute del pianeta possa essere una bella notizia.

Fonte mytech.it

venerdì 30 maggio 2008

Eolico: il 15 Giugno in Europa si festeggia il vento

Il 15 Giugno 2008 si svolgerà la seconda Giornata Europea del Vento. Sono oltre 20 i paesi che parteciperanno alla manifestazione, organizzando più di 100 eventi attraverso tutto il continente.

Centrali eoliche aperte al pubblico e conferenze specializzate, ma anche gare di pittura e dimostrazioni di macchine spinte dal vento: una vasta gamma di attività pensate per coinvolgere tutte le fascia di età, con l'unico scopo di far scoprire ai partecipanti l'illimitato potere del vento.
L'organizzazione ed il coordinamento dell'European Wind Day 2008 sono gestite dall'European Wind Energy Association (EWEA), in collaborazione con diversi coordinatori a livello nazionale.

A Venezia, Relight, azienda italiana leader nel settore delle energie rinnovabili, partecipa col suo sailing team alla regata X-35 Grand Prix, che si correrà il 14 ed il 15 Giugno nelle acque antistanti il lido.
In ogni regata il vento vanta il ruolo da protagonista, e Relight ha partecipato all'organizzazione della regata del 14 Giugno trasformandola in un'occasione di sensibilizzazione e confronto sul tema dell'energia eolica.
Per tutti gli interessati, sarà allestito un punto informativo sull'energia eolica e Relight ha in serbo divertenti sorprese per tutti i regatanti e non solo. La giornata si concluderà con la premiazione del vincitore da parte di Relight.
E le sorprese per gli appassionati del vento non finiscono: per l'occasione un grande della vela salirà a bordo di Relight, abbracciando la sua missione di diffondere un messaggio ecologico per i mari italiani.

Tutti sono invitati a partecipare per condividere un momento di svago e divertimento e per imparare di più sul vento, fonte di energia pulita, rinnovabile ed illimitata. Ewea e Relight credono fermamente nell'energia eolica come chiave per superare la crisi energetica, i cambiamenti climatici e per garantire un futuro più sicuro a tutti i cittadini europei.
Il sito web dedicato all'evento - www.windday.eu - fornisce informazioni sugli tutti gli eventi in programma. Una nuova mappa interattiva permette a tutti gli interessati di trovare ogni informazione sugli avvenimenti nella propria regione con un semplice click, fornendo dettagli sulle attività, gli orari, le locations ed i contatti degli organizzatori. La mappa può essere consultata direttamente al link: http://www.windday.eu/index.php?id=680.


Fonte Baglivi







Miscanto, la pianta di strada che produce energia

Il miscanto è una pianta esistente in natura importata dall'Oriente 50 anni fa, che la provincia di Brescia e la Cooperativa sociale Clarabella, attraverso una convenzione, hanno trasformato in fonte d'energia rinnovabile. Oltre a pulire l'aria dall'anidride carbonica (la pianta sequestra anidride carbonica quattro volte di più degli altri vegetali), la graminacea servirà anche da combustibile per il riscaldamento, visto il suo alto potere calorifico.

Il miscanto cresce al vento, al sole, alla pioggia senza troppe cure, non ha bisogno di concimazione ne trattamenti antiparassitari, il che la rende vantaggiosa anche da un punto di vista economico e ambientale. La fanno coltivare da pazienti affetti da malattie psichiatriche, nelle aiuole tra gli svincoli, le rotonde, gli incroci e i sottopassi delle strade della Franciacorta.
Una sperimentazione unica in Italia, che può rendere produttive aree inservibili per produrre carburante. Un ettaro di miscanto equivale in termini energetici a 10 mila litri di olio combustibile. La pianta una volta raccolta, seccata e triturata, brucerà nelle caldaie a biomassa riscaldando gli ambienti della Cooperativa Clarabella.

Il prossimo passo sarà la produzione di elettricità" dice il dottor Castronuovo, responsabile del progetto. "Il miscanto mescolato ai liquami delle nostre stalle ci permetterà di avere biogas da trasformare in energia". Ogni ettaro può produrre dalle 20 alle 25 tonnellate di materiale secco, che può essere bruciato per produrre energia. L'accordo raggiunto prevede l'utilizzo di 9 aree, per un totale di 10 ettari.
E pensare che ci sono migliaia di ettari di aree inutilizzate sulle strade italiane: riconvertite a miscanto, potrebbero produrre energia e catturare tantissimo smog.

Fonte ilprofessorechos.blogsfere.it

giovedì 29 maggio 2008

Fotovoltaico: nuovo concentratore solare con rendimenti fino a 3 volte superiori

Presentata ieri a Trento la nuova società Solartrento e il nuovo brevetto tutto italiano di concentratore solare.

Il Gruppo Trentino Servizi, Consorzio Lavoro e Ambiente e Marangoni Meccanica spa hanno affidato al Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento lo sviluppo di un 'concentratore solare' con celle fotovoltaiche a rendimenti fino a 3 volte superiori rispetto ai pannelli tradizionali.

L'energia che il sole manda sulla terra in un'ora equivale indicativamente a tutta l'energia che l'umanità consuma in un anno. Il problema è che i pannelli fotovoltaici attualmente in uso, costituiti da silicio, hanno un'efficienza ridotta e costi elevati. La sfida è rendere disponibile una tecnologia innovativa per utilizzare la radiazione solare. Tecnologia che in pochi anni potrebbe essere disponibile per la nostra casa.

Durante la conferenza stampa di presentazione tutti erano concordi nel fatto che Solartrento rappresenti un esempio concreto di passaggio dalle enunciazioni di principio ai fatti, dai risultati della ricerca alla produzione industriale. E dimostri anche la possibilità di mettere insieme competenze diverse per sviluppare una soluzione energetica innovativa, concorrenziale rispetto ad altri sistemi e rispettosa dell'ambiente.

Solartrento è una impresa basata sul know-how sviluppato dall'Università di Trento.I risultati del brevetto internazionale del concentratore solare sono stati acquisiti da Gruppo Trentino Servizi, Consorzio Lavoro e Ambiente e Marangoni Meccanica che hanno affidato al Dipartimento di Fisica l'incarico di sviluppare il prototipo industriale.

Il 15 maggio 2008 è stato firmato un contratto conto terzi di circa un milione di euro, con il quale i tre soggetti privati chiedono al Dipartimento di Fisica di sviluppare il prototipo del concentratore solare in un ambiente industriale: l'attività di ricerca avrà una durata di circa tre anni.

Il concentratore solare per le sue caratteristiche può operare con celle fotovoltaiche a rendimenti fino a 3 volte superiori rispetto ai pannelli tradizionali.Potrà essere utilizzato in tre settori: produzione di acqua calda ad altissima efficienza; produzione di corrente elettrica e termica tramite motori tipo Stirling; produzione di corrente elettrica con celle solari ad alta efficienza (35%), come quelle attualmente utilizzate nei satelliti spaziali.

Fonte Baglivi

IN ARRIVO L'IPHONE AD ENERGIA SOLARE

Il brevetto di Apple prevede la realizzazione di dispositivi con alcune celle fotovoltaiche sotto la superficie.

L'idea, dopotutto, è in circolazione da parecchio tempo: esistono calcolatrici, qualche cellulare e persino alcuni navigatori satellitari che funzionano a energia solare. Nessuno di questi dispositivi - calcolatrici a parte - ha però mai riscosso un successo strepitoso; ora che anche Apple è della partita, tuttavia, le cose potrebbero cambiare.

La richiesta di brevetto avanzata dalla Casa di Cupertino, infatti, copre "celle solari integrate in un dispositivo portatile'' e disposte su tutta la superficie (protette da materiale trasparente o semitrasparente) in maniera tale che alcune celle siano sempre in funzione, "anche se le altre sono coperte".
Non solo: lo strato di celle fotovoltaiche in questione potrebbe trovare alloggiamento anche al di sotto di uno schermo Lcd: in tal modo anche il display del dispositivo sarebbe in grado di sfruttare la luce per produrre "il voltaggio desiderato".

Potrebbe essere quindi prossima la fine delle preoccupazioni per l'autonomia delle batterie: il cellulare, il portatile, il lettore mp3 (o, meglio: l'iPhone, il MacBook, l'iPod) saranno in grado di ricarsi da sé anche lontano da una presa di corrente.

Già Motorola, nel 2001, aveva richiesto un brevetto analogo per integrare display a cristalli liquidi e celle fotovoltaiche; Apple tuttavia pare la prima a voler brevettare la realizzazione di dispositivi mobili la cui intera superficie sia in grado di ricavare energia dalla luce.

Al di là delle questioni burocratiche, resta ora da vedere in che misura si riuscirò a realizzare in concreto questo genere di dispositivi: ciò richiederà di superare quegli stessi problemi tecnici che finora non hanno permesso a Motorola di lanciare su larga scala una serie di prodotti a energa solare.

Fonte Zeus news

mercoledì 28 maggio 2008

G8, vertice Kobe: Obbiettivo riduzione gas serra del 50% entro il 2050

Dimezzare le emissioni di gas responsabili dell'effetto serra entro il 2050: questa la forte raccomandazione emersa dalla riunione dei ministri dell'Ambiente del G8.

Nell'annuncio finale del summit di Kobe c'è poco spazio, a causa delle marcate divergenze emerse, per l'obiettivo di medio termine del 2020 su cui l'Unione europea (e la Germania in particolare) ha puntato in modo rilevante.
Il vertice giapponese si chiude quindi con una generica dichiarazione di intenti sulla necessità di dimezzare le emissioni inquinanti entro il 2050. Mentre si chiede alle «nazioni sviluppate» il compito e la responsabilità di prendere l'iniziativa sul taglio delle emissioni.

«Il principale risultato è sul cambiamento climatico: abbiamo espresso con forza di voler giungere a un accordo in Toyako, nel G8 dei capi di Stato di luglio, per dimezzare le emissioni entro il 2050», ha detto in conferenza stampa il ministro giapponese, Ichiro Kamoshita. «Le nazioni avanzate - ha sottolineato - dovranno dar prova di leadership per centrare l'obiettivo». Il riferimento, in questo caso, è al picco delle emissioni atteso entro i prossimi 10 o 20 anni che richiederà il lavoro con i Paesi in via di sviluppo ed emergenti per contenere il rilascio di gas nocivi.

I ministri, però, non hanno fatto menzione dei rapporti scientifici secondo cui i paesi ricchi devono effettuare riduzioni del 25-40 per cento entro il 2020 per evitare ilriscaldamento del pianeta di due gradi. Unione Europea, Onu e associazioni ambientaliste avevano invece puntato su una indicazione da parte del G8. «Siamo convinti - dice il ministro Stefania Prestigiacomo commentando le tre iniziative sottoscritte a Kobe - che la collaborazione internazionale, le 3R (raccolta, riciclaggio, riutilizzo, ndr) e la biodiversità sono aspetti fondamentali di cui terremo conto nel prosieguo dei lavori. Così come delle relazioni con i Paesi in via di sviluppo con i quali organizzeremo un lavoro il più inclusivo possibile per centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti».

Per l'Italia il prossimo sarà un anno importante, in quanto reggendo la presidenza del G8, dovrà gestire le trattative per il protocollo post Kyoto. Il prossimo summit ambientale del G8, anticipa Prestigiacomo, si terrà «in primavera nel Sud Italia e spero di poterlo organizzare in Sicilia, la mia regione».


L'Ue punta al taglio del 20% delle emissioni entro il 2020, offrendo l'aumento al 30% in caso di accordo generale.


Gli Stati Uniti non hanno vincoli di medio termine chiedendo che Paesi emergenti, come la Cina, forniscano precise indicazioni. IlGiappone non ha ancora obiettivi al 2020. Il numero due della delegazione Usa (unico tra i grandi Paesi a non aver aderito a Kyoto), Scott Fulton, osserva da parte sua che quello di Kobe «è stato un meeting di discussioni, non di decisioni. Ci si è confrontati, anche con prese di posizione dure, ma si sono fatti passi in avanti». Fulton, come del resto Kamoshita, ritiene sia prematuro fissare target intermedi che dovranno essere definiti in vista della negoziazione più ampia del protocollo post Kyoto, che sarà discusso a Copenhagen a dicembre 2009.«Ridurre del 50% le emissioni di CO2 entro il 2050 è un obiettivo sufficientemente ambizioso, ma troppo lontano nel tempo per essere credibile» così Ermete Realacci, ministro dell'Ambiente del governo ombra del Pd, commenta l'annuncio finale del summit di Kobe in Giappone.


«L'Europa - esorta - deve tenere salda la sua posizione e perseguire nella politica di mantenere obiettivi a più breve scadenza. Su questa partita il Vecchio Continente ha la chance di svolgere un ruolo politico di primo piano dello scenario mondiale, come capofila di politiche virtuose per combattere i mutamenti climatici». Per quanto riguarda il nostro paese, il gap che abbiamo rispetto agli obiettivi fissati dal Procollo di Kyoto, fa notare Realacci, «è ancora troppo alto, ma invertire la tendenza è ancora possibile. Su questo punto - rimarca - si gioca la credibilità del Governo Berlusconi e del Ministro Prestigiacomo».


Fonte ilmessaggiero.it

martedì 27 maggio 2008

APPLE TRAFORMA LO SCHERMO LCD IN UN PANNELLO FOTOVOLTAICO

Si tratta per ora di un sempice brevetto che integra un pannello solare nella struttura del display LCD. Sarà così possibile caricare le batterie durante l'utilizzo.

Non solo un semplice monitor, ma anche un pannello fotovoltaico che, nei momenti di esposizione alla luce solare sia in grado di fornire energia alla batteria, allungandone così la longevità. Il brevetto in questione è stato registrato il 24 di Aprile e apre numerosi scenari di utilizzo, dopo la valigetta solare, di cui abbiamo parlato in questo articolo, ecco quindi un'altra possibile soluzione.
Ad oggi non sono ancora emerse indicazioni circa le possibili applicazioni.
L'idea di per sé non è nuova, l'aspetto realmente "rivoluzionario" dell'idea riguarda il posizionamento delle celle fotovoltaiche: se i primi prototipi prevedevano l'utilizzo di pannelli solari sul dorso del dispositivo, Apple è intenzionata a mettere questi al di sotto del display LCD. Grazie a questo stratagemma il design del prodotto, che la società di Cupertino cura sempre tantissimo, rimarrà intatto.
A nostro giudizio sono molteplici le limitazioni; con la tecnologia attuale pensare di poter utilizzare un pannello fotovoltaico delle dimensioni del display di un iPod o di un iPhone per ricaricare le batterie è quantomeno utopistico. Se si considera inoltre che questo tipo di dispositivo viene tenuto per buona parte del suo tempo in tasca, pensare di poter eliminare il carica batterie da muro diventa proprio un'idea da dimenticare.

ENERGIA SOLARE, IN CALO I COSTI DI PRODUZIONE

Secondo i dati di Photon International, ripresi stamane dagli analisti di AbaxBank, la produzione di celle fotovoltaiche è passata da 1.256 ( Mwp equivalenti) nel 2004 a 2.540 nel 2006.

La potenza in termini di celle prodotte nel 2006 è cresciuta del 40% rispetto al 2005. Circa il 90% del mercato è costituito da celle cristalline (di cui 46,5% policristalline e 43,4% monocristalline). La quota dei film sottili è cresciuta nel 2006 sino al 7,6%, il 2% è costituito dalle celle Ribbon & sheet. A livello mondiale, proseguono gli esperti, il leader di produzione di celle è Sharp con una quota del 23,6%, in seconda posizione la tedesca Q-Cells con una quota di mercato del 10% (253 MWp); al terzo posto la giapponese Kyocera con una quota del 7,5%. In Europa il paese leader nella produzione di celle rimane la Germania con una potenza di 1.150 Mwp (potenza istallata a fine 2006: 3.036 MW).

Il governo tedesco sta però valutando l’ipotesi di rivedere al ribasso gli incentivi per l’energia fotovoltaica. In Europa, distanti dalla Germania seguono nella produzione di celle Spagna, Italia ed Olanda. Secondo Photon entro il 2010 costo dell’energia fotovoltaica potrebbe avvicinarsi sensibilmente a quello dell’energia termoelettrica: il costo solare potrebbe raggiungere per Kw ora 0,18 dollari in Germania e 0,12 dollari in Spagna ed alcuni produttori potrebbero giungere sino a 0,10 dollari, “prezzo molto vicino a quello dell’energia prodotta da centrali a carbone”. Da notare tuttavia, sottolineano gli uomini di AbaxBank, che i valori indicati non sono al consumatore e considerano i costi di istallazione e produzione; attualmente il costo del fotovoltaico è di circa 0,25 dollari per Kw/ora. (l.s.)

Dall’Università di Trento un concentratore solare da 2.000 soli

La società Solartrento produrrà entro tre anni un prototipo da usare per la produzione di acqua calda ed elettricità.

E’ stata presentata oggi, attraverso una conferenza stampa, la società Solartrento, nata per produrre un nuovo prototipo di concentratore solare. Realizzato dai ricercatori del dipartimento di Fisica dell’Università di Trento si tratta di un sistema fotovoltaico a concentrazione con rendimenti tre volte superiori alle celle solari tradizionali. L’apparecchio, formato da specchi parabolici, concentra su pochi centimetri quadrati una quantità di radiazione solare pari a duemila soli. I risultati del brevetto internazionale sono stati acquisiti da Gruppo Trentino Servizi, Consorzio Lavoro e Ambiente e Marangoni Meccanica spa che hanno affidato al Dipartimento di Fisica l’incarico di sviluppare il prototipo. Alla società Solartrento il compito di produrre entro tre anni un prototipo da usare, per la prima volta, nell’industria per produrre acqua calda e corrente elettrica.

Fonte rinnovabili.it

Nel 2007 l'eolico ha sorpassato il nucleare

Il 2007 è stato l'anno del sorpasso: a livello globale, dal punto di vista dei nuovi impianti, l'eolico ha battuto il nucleare.

L'anno scorso sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 1,9 mila megawatt di energia prodotta dall'atomo. È un trend consolidato da anni e destinato, secondo le previsioni, a diventare ancora più netto nei prossimo quinquennio. Ma non basta. Per la prima volta l'eolico ha vinto la gara anche dal punto di vista dell'energia effettivamente prodotta. I due dati non coincidono perché le pale eoliche funzionano durante l'anno per un numero di ore inferiore a quello di impianto nucleare e dunque, a parità di potenza, producono meno elettricità.

Fonte La Repubblica

Eolico Off-shore: Puglia chiede al Ministero di sospendere la VIA degli impianti pugliesi

La Regione Puglia chiede di occuparsi direttamente dell'istanza di compatibilità ambientale riguardanti i futuri parchi eolici pugliesi.
L'assessorato all'Ecologia della Regione Puglia ha formalmente chiesto al ministero dell'Ambiente di sospendere le procedure di 'Valutazione d'impatto ambientale' (Via) per impianti eolici off-shore programmati in Puglia.
I Parchi eolici off-shore programmati dovrebbero sorgere nei Comuni di Zapponeta, Margherita di Savoia e Manfredonia, nel foggiano, Brindisi e San Pietro Vernotico, nel brindisino, e Lecce.
L'assessorato chiede l'applicazione della normativa che affida alle Regioni,e non al Ministero, il compito di compiere l'istruttoria dei progetti.L'assessorato fa sapere che, poiche' l'istanza di compatibilita' ambientale e' stata presentata dalla societa' proponente solo al ministero, la Regione ha chiesto anche di ricevere tutta la documentazione e di sospendere la procedura avviata.

L'assessore all'Ecologia Michele Losappio dichiara:'In tempi di federalismo galoppante e' davvero strano che la nuova direzione del ministero dell'Ambiente tenda al centralismo ed a sottrarre alle Regioni le proprie competenze.

Fonte Baglivi

lunedì 26 maggio 2008

NUCLEARE: PISTELLA, IN ITALIA E' IRRINUNCIABILE

Il ritorno dell'energia nucleare in Italia e' "irrinunciabile". Lo sostiene il fisico nucleare Fabio Pistella, per 16 anni direttore generale dell'Enea e per 4 anni presidente del Cnr, attualmente presidente del Cnipa (Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione).

L'importanza del rilancio dell'atomo in Italia, spiega Pistella all'Agi, e' evidente da piu' punti di vista: "Da un punto di vista politico perche' in generale siamo l'unico paese del G8 che non utilizza l'energia nucleare. Se lo vediamo da un punto di vista di contenimento delle emissioni di Co2 nell'atmosfera, non vedo perche' dovremmo rinunciare a un approccio cosi' positivo. Inoltre, dal punto di vista della vulnerabilita' strategica, preferisco avere uranio stoccato che aspettare che qualche tubo corra il rischio di essere intercettato da qualcuno che ha in mano i rubinetti".

"Francamente - aggiunge il fisico - non riesco a capire qual e' la controindicazione". Anche sui tempi ipotizzati dal ministro Scajola per la realizzazione delle centrali, Pistella concorda con le previsioni del Governo: "Il ministro immagina che nell'arco di cinque anni si fara' tutto quello che serve per la tematica autorizzativa e questa mi sembra una stima ragionevole. Poi si pone la domanda del tempo di costruzione: la mia stima e' che 5-6 anni sono una cosa sensata. Da quel momento cominceremo ad avere i benefici dell'energia elettrica prodotta". Sul fronte dei problemi da affrontare in relazione al nucleare - sicurezza, scorie, proliferazione - Pistella risponde che "i problemi non sono nazionali ne' territoriali. Sono problemi che sono stati affrontati e risolti a livello di sistema paese. Sembra che siamo i primi e gli unici ad affrontare questi problemi, e invece non e' cosi'. La parola chiave di tutto questo e' Europa".

Fonte AGI


domenica 25 maggio 2008

Oro verde, biocarburanti da piante non commestibili

Il genoma di un fungo apre la strada a nuove produzioni.

Completato il sequenziamento dell’intero genoma del Trichoderma reesei, un fungo conosciuto per la sua capacità di scomporre e convertire biomassa vegetale in zuccheri semplici. Si prevede che il lavoro sviluppato da una squadra di ricercatori provenienti da Francia e Stati Uniti, in parte finanziato dall’UE, possa aprire nuove e più efficaci strade per la produzione di biocarburanti attraverso l’uso di piante non commestibili. Il Trichoderma reesei contiene molti enzimi cellulase che possiedono potenti capacità catalitiche per scomporre le piante. Il fungo fu scoperto per la prima volta nel sud del Pacifico durante la Seconda guerra mondiale, dove provocò il caos tra i marines che combattevano nella jungla consumando le loro uniformi e le tende. Per saperne di più su questi incredibili enzimi, i ricercatori hanno confrontato il genoma del fungo con altri tredici genomi fungini.

Con loro grande sorpresa hanno scoperto che il T. reesei possiede un numero notevolmente inferiore di geni che codificano le sue cellulase, molto meno degli altri funghi capaci di scomporre la parete cellulare delle piante. «Conosciamo la reputazione del T. reesei di essere un produttore di grandi quantità di enzimi degradanti, tuttavia siamo rimasti sorpresi dal ridotto numero ...

Fonte heos.it

Fiat, ecco Phylla la city car pulita fotovoltaica

Con le sue sole energie, grazie ai pannelli solari di cui è tappezzata, potrà percorrere fino a 18 kilometri al giorno.

Se poi, prima di partire o giunti a destinazione, si infilerà la sua spina in una presa per la corrente, ecco che la sua autonomia potrà salire fino a oltre 200 kilometri.
Con un costo di un euro ogni cento kilometri, pari a un decimo di quanto si spende oggi, in media, per un'utilitaria. Promette grandi cose Phylla, la city car messa a punto dal Centro ricerche Fiat, dal Politecnico di Torino e da un team di imprese piemontesi. Anche perchè la vettura non ha la tipica carrozzeria da vettura fotovoltaica, cioè bassa e schiacciata, quasi un osso di seppia. La Phylla, invece, appare come una normale vettura segmento A.
Nel corso degli stati generali dell'energia del Piemonte è stato presentato il primo prototipo: per vederlo marciare si dovrà attendere l'estate, quindi entro il 2010 verrà consegnata la prima flotta, di alcune decine di esemplari. Dietro al progetto c'è la Regione Piemonte, che – con un investimento di poco superiore al milione di euro – ha fatto sedere attorno allo stesso tavolo il meglio della ricerca, del design e dell'industria automotive piemontese. «Un anno fa ho chiesto un'auto solare – spiega Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte -, adesso mi ritrovo con molto di più: abbiamo costituito una squadra che in futuro potrà regalarci grandi soddisfazioni».La novità di Phylla, dal greco «foglia», è tutta contenuta nel telaio: è qui che c'è il motore e anche le batterie, di ultima generazione. «Per quanto riguarda gli allestimenti, saremo completamente flessibili», assicura l'ad del Centro ricerche Fiat Nevio Di Giusto: dal prototipo di Phylla potranno nascere city car urbane (capaci di portare fino a quattro persone), ma anche van per il trasporto, mezzi speciali. Non a caso, i primi esemplari verranno utilizzati nell'aeroporto di Torino-Caselle come auto «follow me». Le caratteristicheLunga poco meno di tre metri e larga 1,6, Phylla pesa 750 kilogrammi. Capace di passare da zero a cinquanta kilometri in sei secondi, avrà una velocità massima di 130 chilometri all'ora. Per ricaricarla completamente basteranno tra le quattro e le cinque ore, a seconda della portata delle rete.
Fonte ilsole24ore.com