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martedì 20 maggio 2008

Lista rossa dell’Iucn: per gli uccelli i cambiamenti climatici sono la nuova deriva dei continenti

Il cambiamento climatico si sta rivelando un potente acceleratore del rischio di estinzione per numerose specie di uccelli, a confermarlo è l’edizione della Lista rossa dell’Iucn per il 2008 presentata oggi a Bonn.

A lungo temine, la siccità e l’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi minaccerà gli habitat da cui dipendono molte specie di uccelli, ma la distruzione degli habitat è già in corso ed ha portato l’estinzione anche lontano dalle isole (fino ad oggi le più colpite dall’impatto antropico), fino alle coste continentali.


Secondo la Lista Rossa sono 1226 le specie di uccelli minacciate di estinzione, mentre otto nuove specie sono entrate nella lista degli animali “Critically Endangered”, la categoria di maggiore rischio. Delle 26 specie che hanno visto aumentare il loro livello di pericolo di estinzione, 24 sono al livello di rischio maggiore. Tra queste si trova il Chiurlo euroasiatico (Numenius arquata), e la magnanina (Sylvia undata, nella foto), presente anche in Italia, specie che destavano finora poca preoccupazione e che sembrano essere precipitate nello sconvolgimento climatico del pianeta.


«Questo aggiornamento della Lista Rossa dell’Iucn – spiega Jane Smart, a capo dello Species Programme dell’Iucn – dimostra come gli uccelli siano sotto pressione a causa degli enormi cambiamenti climatici. La Red List è lo standard globale per misurare la perdita di specie nel mondo e incitiamo i governi a prendere sul serio le informazioni in essa contenute ed a fare il loro meglio per proteggere il mondo dell’avifauna».


In Australia lo Scricciolo emù del Mallee (Stipiturus mallee) è in rapido declino ed il suo habitat è così frammentato che un solo incendio della boscaglia potrebbe avere conseguenze catastrofiche per la sopravvivenza dell’intera specie che ormai si limiterebbe a 100 esemplari che vivono in 100 chilometri quadrati del South Australia, ultimi reduci sconfitti da una siccità senza fine.


Nelle Galapagos la popolazione di Floreana Mockingbird (Nesomimus trifasciatus) è ormai confinata a due isolotti al largo di Floreana, ormai sono rimasti meno di 60 esemplari dei 150 censiti nel 1966.


Anche nella lontana e lussureggiante Papua Nuova Guinea la deforestazione causata dalle piantagioni di palma da olio ha portato vicinissimo all’estinzione un rapace, il New Britain Goshawk (Accipiter princes). Per due specie la situazione è invece migliorata: il piccione imperiale delle Marchesi (Ducula galeata) e il Kiwi minore o maculato (Apteryx owenii), che hanno tratto beneficio dai progetti di conservazione, uscendo dalla lista delle specie a maggior rischio.


Secondo Stuart Butchart, Global Research and Indicators Coordinator di BirdLife «Questo dimostra non solo che l’azione di conservazione serve, ma è fondamentale se vogliamo evitare l’estinzione di altre specie. Le sono colpite sia dalla perdiuta di habitat che dal cambiamento climatico. In alcune popolazioni molto frammentate gli effetti del cambiamento climatico hanno un grande impatto, aumentando il rischio di estinzioni locali».


Il Gambecchio dal becco a spatola (Eurynorhynchus pygmeus) potrebbe essere una delle prossime vittime del global warming, così come altre specie che nidificano nella tundra euroasiatica che si scioglie e allaga le aree riproduttive, il 575 del suo habitat potrebbe andare perso entro il 2070.


Per lottare contro la crescente estinzione dell’avifauna selvatica, BirdLife ha lanciato il Preventing Extinctions Programme, il più grande e più ampio programma di conservazione mai visto al mondo. Un’iniziativa che riguarda tutte le 190 Critically Endangered specie di uccelli della Lista Rossa 2008 dell’Iucn, travando “Species Guardians” per ogni specie di uccelli in pericolo, scegliendo tra le organizzazioni e le persone quelle più idonee a compiere questo lavoro di conservazione necessario ad impedire la perdita irreparabile di biodiversità e bellezza.

Fonte Greenreport.it

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