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sabato 24 maggio 2008

I Paesi del G8 cercano una strategia comune per cercare di combattere l’effetto serra

KOBE (Giappone) - I ministri dell’Ambiente degli Otto Grandi si ritrovano oggi a Kobe per la riunione di tre giorni dedicata all’effetto serra e al confronto sulle linee guida per dimezzare, entro il 2050, le emissioni di gas responsabili del riscaldamento globale.I titolari dei dicasteri ambientali di Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia (con l’esordio internazionale della neo ministro Stefania Prestigiacomo, che arrivà oggi nella città nipponica), Giappone, Russia e Usa dovranno discutere le misure per la protezione della diversità biologica e per garantire l’uso efficiente delle risorse secondo il principio delle ’3R’ (Reduction, Re-use e Recicling) e cioè riduzione dei rifiuti, promozione del riutilizzo e riciclaggio.Il Canada è rappresentato dal ministro dell’Ambiente John Baird.Il vertice, in programma da oggi, 24 maggio, a lunedì 26 maggio, vuole inoltre favorire la cooperazione tra gli Stati e, al tempo stesso, promuovere la politica dei “co-benefici”, l’approccio cioè capace di aiutare i Paesi in via di sviluppo a raggiungere la crescita economica ecocompatibile ed equilibrata a fronte di un ritorno generale che consiste appunto nel recupero dell’ambiente.L’evento sarà presieduto dal ministro giapponese, Ichiro Kamoshita, che si farà portatore della proposta “settoriale”, che si basa sull’individuazione del potenziale di riduzione dei volumi di gas su un comparto industriale, area per area di attività. Contrari si sono mostrati paesi (Francia in testa), che hanno proposto target di riferimento generali come misura più efficace. Per quanto riguarda l’Ue, in linea di principio si è detta d’accordo nel dimezzare le emissioni entro il 2050, e ha presentato un piano per ridurle del 20% entro il 2020. Contrari a limiti vincolanti sono invece gli Usa, il cui presidente uscente Bush ha presentato un piano secondo cui le emissioni statunitensi continueranno a salire per altri 17 anni, e i Paesi in via di sviluppo come India e Cina: questi ultimi sostengono infatti che pur essendo dei forti emettitori in senso assoluto, la loro produzione di CO2 procapite è molto inferiore a quella degli occidentali.
Se le principali industrie nipponiche hanno a lungo sostenuto la contrarietà alla riduzione obbligatoria delle emissioni rilevando che l’attuale sistema volontario sia già sufficiente, alcuni Paesi europei, tra i più critici, hanno detto che un sistema di quest’ultimo tipo darebbe poco slancio alla riduzione delle emissioni.Kamoshita, il cui ministero è favorevole a una più aggressiva lotta contro le emissioni, ha replicato nei giorni scorsi che l’attuale sistema «delle azioni volontarie da sole non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi. Significa che dovremo introdurre incentivi per incoraggiare l’industria a fare riduzioni».L’appuntamento di Kobe, dove ci saranno anche i rappresentanti di economie emergenti come Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa, avrà pure il valore particolare d’incontro preparatorio del summit del G8 di Hokkaido del prossimo luglio, in cui il coordinamento delle politiche di riduzione del riscaldamento globale sarà uno dei temi principali all’ordine del giorno.

Fonte Corriere.com

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